Manutenzione impianti elettrici: tutto quello che c’è da sapere per l’industria
Quando si parla di manutenzione ci si riferisce a una serie di attività atte a conservare e mantenere regolarmente attivi strumentistica e componenti per raggiungere un duplice scopo: da una parte, il corretto funzionamento (e, dunque, la migliore resa) non solo di un singolo macchinario ma anche di un’intera filiera di produzione; dall’altra la tutela e la salvaguardia della salute e della sicurezza delle persone.
Un discorso di questo tipo vale a maggior ragione per la manutenzione degli impianti elettrici industriali che, tuttavia, segue una normativa molto specifica che dà chiare linee guida su buone pratiche e idonee procedure per le attività di manutenzione, controllo e verifica.
In questo articolo, dunque, vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere su questo tema, attingendo da quella che viene riconosciuta come la normativa di riferimento, ossia la Linea guida 7 del CNPI, così come definito dal D.Lgs.81/08 smi. Ricordiamo, infatti, che la manutenzione degli impianti elettrici è un obbligo di Legge stabilito per tutti i proprietari/responsabili/amministratori di impianti elettrici (secondo quanto indica l’art. 1, comma2 del DM37/08).
I benefici della manutenzione degli impianti elettrici in azienda
Secondo la Linea guida 7 del CNPI, questo tipo di attività porta con sé una serie di benefici in tema di:
- sicurezza, per conservare gli standard di sicurezza e funzionalità previsti dal progetto.
- affidabilità, per ottenere una maggiore disponibilità di energia elettrica necessaria alle attività e servizi pubblici essenziali indispensabili per la collettività.
- qualità, per ridurre la frequenza dei guasti e assicurare così una qualità della tensione di alimentazione maggiore.
- riduzione dei costi operativi, per aumentare il tempo di buon funzionamento. dell’impianto elettrico, riducendo i danni economici per mancata produzione, avaria di beni deteriorabili, danni irreparabili a beni inestimabili, ecc.
- incremento della vita, grazie a un’adeguata programmazione della manutenzione degli impianti elettrici.
- valore residuo, per conservare gli standard di sicurezza e funzionalità previsti dal progetto iniziale ed adottare le eventuali nuove soluzioni per far fronte alle nuove esigenze che si possono manifestare nel tempo.
Quale tipo di manutenzione?
Si fa presto a dire “manutenzione degli impianti elettrici”. Eppure, come ricorda la Linea guida 7 del CNPI, a seconda dell’entità dell’intervento (e dunque in funzione del livello di rischio basso, medio o alto), la manutenzione può essere correttiva, preventiva, predittiva e/o migliorativa. A tal proposito, la norma UNI EN 13306 suddivide l’attività in 5 diversi livelli:
- Livello 1, caratterizzato da azioni semplici eseguite con un minimo di addestramento;
- Livello 2, caratterizzato da azioni di base che dovrebbero essere eseguite da personale qualificato utilizzando procedure dettagliate;
- Livello 3, caratterizzato da azioni complesse eseguite da personale tecnico qualificato utilizzando procedure dettagliate;
- Livello 4, caratterizzato da azioni che implicano competenza in una tecnica o in una tecnologia e che sono eseguite da personale tecnico specializzato;
- Livello 5, caratterizzato da azioni che implicano il possesso di una conoscenza da parte di fabbricante o di una azienda specializzata con attrezzature di supporto logistico industriale.
Il piano di manutenzione
Infine, per la definizione del piano di manutenzione, come riportato dalla Linea guida 7 del CNPI, in aggiunta ai risultati ottenuti dall’analisi del rischio per ciascun impianto elettrico, devono essere considerate le attività di verifica stabilite dalle norme e leggi in vigore, ad esclusione di tutte quelle riservate ai soli organismi accreditati ai sensi del DPR462/01.
Rientrano tra queste le verifiche stabilite dal normatore e legislatore con periodicità definita, le verifiche stabilite dal costruttore dei componenti dell’impianto con periodicità definita, condizionata al tipo di utilizzo e condizioni ambientali e le verifiche stabilite dal costruttore dell’impianto con periodicità definita, condizionata al tipo di utilizzo e condizioni ambientali.