Impianto di rifasamento: quando conviene installarlo?
Se nella vostra azienda sono frequenti i cali di energia o si necessita di ridurre le potenze apparenti a cui vanno proporzionati i macchinari e tutte le linee collegate all’impianto, forse avete bisogno di rifasare i tuoi impianti. Con rifasamento, infatti, si intende quell’attività atta a migliorare o potenziare il fattore di potenza di un determinato carico al fine di ridurre, con pari valori di potenza attiva assorbita, il valore di tutta la corrente che scorre attraverso l’impianto elettrico.
Un po’ di teoria: come funziona un impianto di rifasamento
Per capirne il suo utilizzo (e, dunque, la sua efficacia), dobbiamo fare un passo indietro e capire, a livello teorico, come si arriva a un rifasamento del proprio impianto elettrico. Come abbiamo già avuto modo di spiegare, infatti, “ogni apparecchio elettrico assorbe dalla rete una determinata quantità di corrente, in funzione delle proprie caratteristiche e in relazione all’utilizzo che se ne deve fare. Se facciamo il prodotto tra la corrente assorbita e la tensione applicata otterremo la potenza apparente che è il parametro utilizzato generalmente per il dimensionamento degli impianti.
La potenza attiva, dovuta a carichi resistivi, è di solito minore della potenza che un apparecchio assorbe (potenza apparente). Il rapporto tra potenza attiva e potenza apparente è la conseguenza dello sfasamento che si crea tra la corrente e la tensione dovuto a carichi induttivi o capacitivi. Questo valore viene chiamato fattore di potenza”.
Quando conviene fare il rifasamento?
Diventa dunque chiaro come un impianto di rifasamento torni utile qualora si necessiti di diminuire in maniera generale la corrente totale. Tale diminuzione consente infatti di raggiungere notevoli vantaggi in termini di minore perdita di energia e porta a una notevole riduzione di tutte le potenze apparenti. Inoltre, per quelle linee limitate per problemi termici, assicura una maggiore conduzione di energia. Come abbiamo accennato, poi, la diminuzione della componente in quadratura assicura un rischio minore di cali di tensione, con il risultato che l’impianto generale nel risulti generalmente migliorato, specie in quelle sezioni dove i cali di tensione potevano ostacolare lo scorrimento elettrico.
Come funziona un impianto di rifasamento
Alla base di un impianto di rifasamento c’è uno strumento da cui non si può prescindere: i condensatori. Il vantaggio primario, oltre a non incorrere in sanzioni pecuniarie, è quello di far funzionare al meglio i macchinari con minor consumo di energia e ottimizzazione delle perdite. Esistono varie tipologie di condensatori: a bassa tensione, utilizzati anche per il rifasamento delle lampade o comunque di piccoli oggetti elettrici, e quelli definiti a media tensione che, di solito, si utilizzano nel rifasamento degli impianti in cabina.
Non solo. Come abbiamo già avuto modo di scrivere, “Il rifasamento centralizzato è il metodo più economico e pratico per rifasare un impianto. Consiste nell’installazione di una batteria di condensatori a monte di tutto l’impianto e si può operare, in funzione della tipologia dell’impianto, sia con il rifasamento monofase che con il rifasamento trifase.
Per il rifasamento distribuito invece si agisce sui singoli carichi installando una batteria di condensatori dedicata al singolo gruppo di carico. È di solito una soluzione sensibilmente più costosa della precedente ma assicura una riduzione della perdite ed in generale un migliore sfruttamento dell’impianto”.