Superbonus 110% e comunità energetiche rinnovabili
Il Superbonus al 100% premia (anche) le comunità energetiche rinnovabili. A definirlo è stato l’articolo 42 bis dell’ultimo decreto Milleproroghe che ha anticipato le norme della direttiva 2018/2001 (RED II), la direttiva comunitaria europea sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili dalle comunità energetiche.
Ma cosa si intende per comunità energetiche rinnovabili, dette anche comunità di energia rinnovabile?
Semplice: si tratta della partecipazione volontaria sia di privati cittadini sia di PMI o di realtà della pubblica amministrazione (dai Comuni agli enti territoriali) che si uniscono per condividere l’energia prodotta dagli impianti installati sugli immobili di proprietà (purché l’adesione non costituisca l’attività industriale o, anche, commerciale principale). Esse, accomunate dal fatto di risiedere in un perimetro più ampio rispetto a quello dei condomini, decidono di associarsi per mettere in opera un impianto solare e, dunque, beneficiare dell’agevolazione del Superbonus al 110%.
Le cifre del Superbonus al 110% per le comunità energetiche rinnovabili
Parlando più strettamente di cifre, possiamo dire che le Comunità energetiche rinnovabili che decidono di usufruire del Superbonus al 110% sull’esercizio di impianti fino a 200 kW possono accedervi per i primi 20 kilowatt, mentre per la potenza residua la detrazione è pari al 50% delle spese fino a un ammontare massimo di 96.000 Euro per tutto l’impianto. Inoltre, è previsto un incentivo per l’energia autoconsumata che per le comunità energetiche rinnovabili ammonta a 110 €/MWh. L’incentivo verrà erogato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e sarà e riconosciuto per un periodo di 20 anni.
I vantaggi per le comunità energetiche rinnovabili
Si tratta di un importante provvedimento che consentirà a chiunque decida di usufruirne di avere accesso a diversi vantaggi. Primo tra tutti i già accennati vantaggi fiscali, che si uniscono a un sensibile risparmio in bolletta (dal momento che una parte del fabbisogno viene assicurata dall’autoconsumo) e alla valorizzazione dell’energia immessa in rete (la che se è prodotta ma non viene consumata in sito viene ceduta al GSE). Non meno importante, questa scelta va verso una piena riduzione dell’impatto ambientale, per soddisfare una necessità comune e collettiva.