ENERGIA PULITA: Dai Comuni Rinnovabili alle comunità energetiche
Le 10 proposte per il recovery plan che il Governo dovrà presentare per uscire dalla crisi economica e sociale del Covid-19
Parola d’ordine produrre energia pulita.
Il rapporto di Legambiente “Comunità rinnovabili” parla chiaro: in Italia è in corso una rivoluzione epocale per quanto riguarda le energie pulite e rinnovabili. In pratica, nel nostro Paese si sta passando dai Comuni rinnovabili alle Comunità rinnovabili. A iniziare dalle 32 comunità energetiche, progetti di autoconsumo collettivo e realtà di autoconsumo che coinvolgono amministrazioni, famiglie e aziende che vanno ad aggiungersi alle oltre 280 buone pratiche di integrazione delle rinnovabili nel territorio, raccolte sul sito comunirinnovabili.it, e ai 41 comuni 100 per cento rinnovabili autosufficienti dal punto di vista energetico, elettrico e termico con soluzioni virtuose e integrate che hanno generato qualità, lavoro e sviluppo locale.
Negli ultimi dieci anni in Italia sono stati installati oltre un milione di impianti tra elettrici e termici in 7.911 comuni contro i 356 di partenza ed il contributo delle fonti rinnovabili al sistema elettrico italiano è passato dai 63,8 TWh del 2008 ai 114,8 TWh del 2019.
Una crescita evidente ma ritenuta ancora troppo lenta nella lotta ai cambiamenti climatici. «Di questo passo – rivela Legambiente – gli obiettivi fissati al 2030 dal Pniec (Piano Energia e clima, ndr) verrebbero raggiunti con 20 anni di ritardo».
La crescita maggiore negli ultimi tempi si è verificata nel solare fotovoltaico e nell’eolico, «che nel 2019 – afferma sempre Legambiente – hanno soddisfatto rispettivamente il 7,6 per cento e il 6,2 per cento dei consumi elettrici nazionali».
Per forza di cose i prossimi 10 anni dovranno rivelarsi decisivi per moltiplicare questi numeri e raggiungere almeno 80-100 TWh di produzione rinnovabile al 2030, mentre in parallelo si dovranno ridurre i consumi attraverso l’efficienza, per arrivare a costruire un sistema che possa progressivamente fare a meno delle fonti fossili.
Durante i recenti Stati generali dell’economia, Legambiente ha lanciato dieci proposte-priorità che devono entrare nel recovery plan che il Governo dovrà presentare per uscire dalla crisi economica e sociale del Covid-19.
Ecco quali sono:
- la semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti da fonti rinnovabili di piccola taglia e l’introduzione di nuove linee guida per accelerare i progetti di grandi dimensioni in tutte le Regioni;
- il recepimento della direttiva europea sulle comunità energetiche e lo sblocco dei progetti fino a 200 kW con l’introduzione di un fondo per l’accesso al credito a tassi agevolati; promuovere progetti di agrivoltaico, attraverso regole per l’integrazione del fotovoltaico in agricoltura e incentivi per gli agricoltori nell’ambito della PAC; accelerare gli investimenti nei sistemi di accumulo sia sulla rete di trasmissione che di distribuzione, premiando tutti coloro che partecipano ai meccanismi di “demand-response”; un vero piano per l’efficienza energetica con obiettivi di riduzione dei consumi ambiziosi in edilizia verso NZEB e nell’industria;
- l’elettrificazione delle città per trasporti e riscaldamento/raffrescamento degli edifici per ridurre inquinamento ed emissioni;
- il potenziamento delle reti di trasmissione e distribuzione, delle interconnessioni internazionali e con Sicilia e Sardegna;
- l’accelerazione degli investimenti nel biometano;
- la realizzazione di progetti eolici offshore e la costituzione di consorzi di imprese per progetti di eolico galleggiante al largo delle coste di Sicilia e Sardegna;
- l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili e la revisione della tassazione energetica sulla base delle emissioni.